Engines of Creation è il libro che ha aperto le porte al dibattito sulle nanotecnologie, portando l'argomento per la prima volta nelle case di tutti quanti. Era un "lontano" 1986, ma già si parlava di assemblatori molecolari, di manipolazione degli atomi, di potenziamento umano per mezzo delle nanotecnologie e dei rischi ambientali, sociali e morali che queste potranno portare in un futuro che ormai non è più molto lontano.
All'uscita del libro il termine "nanotecnologia" era stato coniato da poco più di 10 anni, da un gruppo di studiosi in Giappone. Eric Drexler (ingegnere statunitense) è stato invece il proprio a coniare il termine "nanomacchina" nel suo Engines of Creation, per descrivere teoricamente questi minuscoli bot potenzialmente in grado di sostituire, tanto per dirne una, i ribosomi e le molecole di RNA, in modo da poter dare luogo ad una sintesi proteica addirittura più precisa della sua controparte biologica, poiché non si limiterebbe a manipolare la materia organica, ma anche quella inorganica.
Eric Drexler è stato anche il primo a parlare di "grey goo", ovvero la conseguenza negativa più disastrosa che si possa immaginare nel caso in cui queste nanomacchine sfuggano al controllo dell'uomo. Nei casi estremi, potrebbero convertire tutta la biomassa terrestre in una grigia poltiglia inorganica, grey goo per l'appunto.
Engines of Creation ha dato il via a veri e propri filoni della fantascienza letteraria e non (come il nanopunk, sottogenere del cyberpunk), ha incentivato ed infiammato il cuore dei futuri ricercatori in questo campo, dando il via ad una catena di eventi che avrà fine soltanto quando le nanomacchine e la loro capacità di fungere da assemblatori molecolari diverranno realtà ed invaderanno la vita dell'uomo, cambiandola per sempre, in meglio o in peggio.
E' un libro che consiglio a tutti quelli che vogliono cominciare ad avvicinarsi in modo un po' più approfondito al tema delle nanotecnologie. Il libro lo si può comprare online o leggere gratuitamente sul sito di Drexler.
Non esiste una traduzione in italiano ufficiale, ma ve ne sono più di una amatoriali (fatte da professori universitari, chiaramente) in giro per il web molto ben fatte. Siccome il libro non è dei più facili e scende (anche se non troppo) nei dettagli tecnici, consiglio di stampare una versione italiana.
